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8.7.11

Vento d'estate




L'amara scoperta che Dio non esiste ha ucciso la parola destino. Ma negare il destino è arroganza, affermare che noi siamo gli unici artefici della nostra esistenza è follia: se neghi il destino, la vita diventa una serie di occasioni perdute, un rimpianto di ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, un rimorso di ciò che non si è fatto e avremmo potuto fare, e si spreca il presente rendendolo un'altra occasione perduta. Con rimpianto tu mi chiedevi: "Perchè non ci siamo incontrati prima? Dov'eri quando accendevo le mine, quando mi torturavano, mi processavano, mi condannavano a morte, mi chiudevano dentro quella tomba?"
Con rimorso io ti rispondevo Saigon, Hanoi, Pnom Penh, Città del Messico, Sau Paulo, Rio de Janeiro, Hong Kong, La Paz, Cochabamba, Amman, Dacca, Calcutta, Colombo, New York, e ancora Sau Paulo, ancora Saigon, ancora Pnom Penh, ancora La Paz, ed elencando quei nomi remoti mi sembrava di allineare le tappe di un tradimento. Non ti risposi mai che ero dove il destino esigeva che fossi perchè il destino aveva stabilito che ci incontrassimo quel giorno e a quell'ora, non prima. [...]

Ci riconoscemmo dopo perchè ci eravamo già visti cento volte a Saigon, a Hanoi, a Pnom Penh, a Città del Messico, a Sau Paulo, a Rio de Janeiro, a Hong Kong, a La Paz, a Cochabamba, ad Amman, a Dacca, a Calcutta, a Colombo, ancora Sau Paulo, ancora Saigon, tutti giri di ruota per venire da te, tutte tappe di un grande amore fedele. [...]

"Non ho mai fatto nulla per te". "Non importa. Ora sei qui". Posasti la pipa, mi afferasti le mani, le stringesti bucandomi gli occhi con gli occhi. "Sei qui. Ci siamo ritrovati".
E fu tremendo perchè di colpo tutto fu chiaro, e capirlo equivalse a razionalizzare il presentimento che mi aveva morso, quando ero giunta ad Atene, ammettere che in quella stanza, dinanzi all'assurdo altarino di Cristi e Madonne non si stava svolgendo solatnto una resa dei conti con le mie scelte ideali e i miei impegni morali, con ciò che tu rappresentavi o volevo che tu rappresentassi, ma anche una partita a due, l'incontro tra un uomo e una donna portati ad amarsi dell'amore più pericoloso che esista: l'amore che mischia le scelte ideali, gli impegni morali, con l'attrazione e i sentimenti.

Oriana Fallaci. Un uomo.




Il piacere di lasciarsi accarezzare dal vento leggero nelle sere d'estate, affidarsi alle emozioni di un libro, scoprendo come si cambia leggendolo ancora una volta, d'un fiato, assaporandone le sfumature che prima non erano state colte.
La cucina, per ora, può attendere.

Buon fine settimana

9 commenti:

  1. Il mio libro preferito, in assoluto, da sempre. Che emozione rileggere queste frasi che so quasi a memoria.

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  2. Non amo la figura della Fallaci, come persona, ma riconsoco che certi suoi passaggi ti fanno palpitare...

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  3. Elena, molte frasi le ho ben impresse anch'io, ma ogni volta che le leggo c'è sempre lo stesso brivido che mi scalda da dentro.

    Serena non si può negare che è stata una figura molto dibattuta e contestata e anch'io ho preso le distanze da alcune sue scelte politiche e manifestazioni ideologiche, soprattutto negli ultimi anni della sua vita in cui ha espresso pareri difficilmente condivisibili.
    Ma ti consiglio di leggere questo libro senza pregiudizi, con il trasporto e l'apertura con cui (almeno per me) ci si avvicina a qualunque scritto. Ho palpitato la prima volta, e continuo a farlo ogni volta che lo leggo.

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  4. "se neghi il destino, la vita diventa una serie di occasioni perdute, un rimpianto di ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, un rimorso di ciò che non si è fatto e avremmo potuto fare, e si spreca il presente rendendolo un'altra occasione perduta". E' la prima volta che leggo queste parole. Ho già letto alcuni libri della Fallaci, ma "Un uomo" mai. In questa frase si rispecchia perfettamente la figura di un uomo, di una donna, di noi che siamo tutti uguali: spesso ci attacchiamo a parole come "Dio" o "destino", (parole grandi, importanti, dei veri e propri paroloni usati e abusati) e pensiamo così di conoscere tutto, di sapere come si vive e come si debba vivere. A volte si inizia a dipendere talmente tanto da una parola che, senza di essa, non si è più nulla. E' vero, verissimo, di una verità potentissima. Il peggio è sprecare il presente convinti di aver sprecato il passato correndo dietro ad una parola gonfiata che in realtà non è nulla. E non fare niente per cambiare. Il passato è il passato, quello che conta è che il presente dipende da noi. Queste parole sono di una delicatezza e di una forza tremenda, fanno riflettere e affascinano allo stesso tempo. Per le foto, già lo sai. Grazie, Dora.

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  5. il destino è solo una interpretazione retroattiva, che noi dal presente riversiamo sul passato. E dato che siamo noi a creare questa interpretazione, noi possiamo cambiare sempre il nostro destino.
    E se ti guardi indietro e scopri che un enorme rimorso vorrebbe ingoiarti, ricaccia indietro le lacrime, chiudi la porta in faccia al passato e vivi il tuo presente, un piccolo passo alla volta.

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  6. CHe belle parole...La Fallaci mi piace un sacco...pensa che gli ultimi anni delle superiori la prof di italiano ce la fece pure studiare per un intero quadrimestre...bellissimo!!! Buon weekend!

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  7. letto tanti anni fa, da rileggere la fallaci!

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  8. Parole profonde, bellissime e intense.... un abbraccio Dora

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  9. Leggere..... cibo per la mente e l'anima!
    Un bacio

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